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Materie prime

Asparagi

Ortaggio primaverile per eccellenza, gli asparagi compaiono sul mercato verso la fine di marzo per rimanervi fino a tutto giugno. L’asparago pianta è un rizoma che vegeta sottoterra, l’asparago come noi lo conosciamo cioè la parte commestibile è scientificamente detta turrione. È un germoglio che cresce sulla “zampa” sotterranea e spunta dal terreno a maturazione, va raccolto entro pochissimo tempo pena la perdita di sapore e il raggiungimento di una consistenza troppo “legnosa” che ne compromette la delicatezza. Si scartano i turrioni con diametro inferiore agli 8mm e quelli ricurvi. La pianta è originaria delle regioni del mediterraneo orientale e attualmente è diffuso in tutta l’Europa meridionale, in Italia le coltivazioni sono preminentemente in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.

Qualunque preparazione a base di asparagi è tanto migliore quanto più riusciamo ad acquistare esemplari freschi, raccolti da poco, senza ammaccature o spaccature, con la punta, che è formata da tante piccole squamette, ben serrata e turgida. La percezione di una seppur minima apertura denota poca freschezza, se poi, in seguito al malcostume di bagnarli per tenerli freschi ed aumentarne il peso le punte arrivano ad avere un profumo poco gradevole, abbandoniamoli al loro destino senza rimpianti. Sconsigliato l’acquisto fuori stagione, il prezzo sarà troppo elevato e come ho detto avremo prodotti di serra o di importazione, deprecabile l’utilizzo del surgelato, la consistenza particolare e unica del fresco non ha paragoni neanche nelle tipologie maggiormente predisposte a tale pratica, neanche da considerare la possibilità di avvalersi degli inscatolati, vale quanto di peggio possiamo pensare per gusto e sensazioni tattili. Posto di avere messo le mani su di una meritevole materia prima almeno per i primi assaggi di stagione scegliamo preparazioni semplici, se sono buoni non hanno bisogno di granché perché possiamo apprezzarli al meglio, li cuociamo semplicemente al vapore dopo aver raschiato i gambi ed asportato la parte più legnosa. Cuociamoli poco! È una tristezza infinita prima vedere poi degustare esemplari mollicci ed acquosi rovinati da una cottura irrispettosa della loro tenera natura, se non possediamo l’attrezzo per la cottura al vapore e dobbiamo optare per la lessatura facciamo in modo di non immergere le punte in acqua e riutilizziamo l’acqua di cottura per produrre un passato o per cuocere un risotto. Possiamo gustarli già così soli, anche senza sale, l’abbondante presenza di sali minerali non ce ne farà sentire la mancanza, condiamoli con un filo di olio extra vergine di oliva o ripassiamoli in una noce di burro, ottimo accompagnamento per delle uova al tegamino o anche per del formaggio fresco e cremoso, io prediligo quello di capra ma si sposano ottimamente con una mozzarella di bufala o con bocconcini di pollo o coniglio.